Due+
2010, profili di metallo verniciati, Ø 350xh 75 cm
La concezione del progetto non può prescindere dalla particolare collocazione fisica dell’opera, un parco pubblico: esso rappresenta uno spazio naturale, riprogettato come spazio sociale, armonico ed architettonico. Ed ancor più se, come in questo caso, in un contesto di “giardino all’italiana”, non a caso invenzione e costruzione rinascimentale (Palazzo Rota ed il suo parco appartengono a quel periodo) capace di mettere l’uomo al centro di un’esperienza organizzata e culturalmente mediata. Concepita, insomma, armonicamente a sua misura.
Abbiamo perciò ideato una scultura che fosse “da vivere”, nella forma prima dell’esperienza, in accordo con l’architettura e la funzione sociale e ludica del parco, fisicamente e concettualmente posta nel suo contesto. E capace così di riassumere in sé – questo il nostro proposito – la forma visibile e la misura ideale di una rete sociale, offrendo con naturalezza la possibilità reale di un incontro e di un dialogo fra i fruitori del parco.
L’opera è perciò costruita come un sistema di seduta, a base modulare 2, nella suggestione formale di un “tête-à-tête” moltiplicato, moltiplicabile e aperto, naturalmente racchiuso nella perfezione geometrica di un cerchio. E perciò capace di offrire l’opportunità di creare una rete sociale, da pari a pari, per lo scambio esistenziale e la condivisione reale del tempo.
L’opera è vincitrice della seconda edizione del Premio “In Sesto. Il Luogo come Arte” ed è collocata permanentemente nel parco di Palazzo Rota a San Vito al Tagliamento, Pordenone (I).