Under The Domain Name
2003, stampa inkjet su carta fotografica, serie
La serie è il risultato di una riflessione sul concetto di "nome di dominio" e di sito web. Quelli che ad una prima occhiata appaiono (per un consapevole ed arbitrario intento compositivo) come dei landscapes urbani si svelano, poi, per quello che realmente sono. Ovvero una metafora d’ingresso per la rappresentazione di una non casuale mappatura – tematica e riferita ad una serie di contesti – di quella effimera e mutevole struttura che è il World Wide Web.
Delle singole home pages, infatti, selezionate secondo una precisa linea d’indagine, e denudate di loghi, contenuti testuali e iconici, sono state poi impiegate come altrettanti moduli per la costruzione di edifici e rarefatte scene urbane. Rendendo dunque percepibile la metropoli virtuale, ma estremamente reale, che esiste “al di sotto del nome di dominio”.
Così, ad esempio, un pannello rende esplicita la "metropoli" costituita dai portali delle multinazionali coinvolte nella cosiddetta "guerra dei browser", che ha visto Netscape Navigator soccombere definitivamente in favore di Microsoft Internet Explorer (Quit, 2003). Un altro rende manifesta la "città" costituita dai portali italiani legati all’informazione e all’editoria (Info, 2003); o, un altro ancora, restituisce ben visibili le "costruzioni" originate dai siti e i portali concettualmente e funzionalmente correlati alla fruizione della musica digitale (Music, 2004).
Ogni pannello è una precisa mappa, che del cyberspace identifica una delle tante tipiche utenze con i suoi percorsi di navigazione, a loro volta svelati per ciò che realmente sono. Possiamo così comprendere i nuovi paesaggi, digitali e non, che spaziano al di là ed al di qua dei nostri monitor, e che corrono sui cavi delle reti mondiali di comunicazione o negli smisurati archivi on line.