To Be or Not to Be Human?
Alberto Zanchetta
Se la tecnologia è progettata per essere il più possibile simile agli uomini, perché non è ancora in grado di ri-conoscere chi siamo noi o di capire chi sono loro? «Are you Human?», con questo semplice test di riconoscimento (più sofistico che sofisticato) i destini delle macchine e dell’umanità marcano le proprie differenze. Illuminata dal neon tubolare, la frase si materializza in un lettering dalla geometria adamantina, algida e metallica, proprio come la voce che risuona dagli Apple iMac. Ancora una domanda: «Maybe?» che si ripete ossessivamente, simile a una sofferente litania. Le forme interrogative affliggono le macchine, desiderose di sapere, di apprendere; ma poiché la realtà non è binaria, né lo è l’esistenza, il silicio dei computer sembra voler sviluppare una coscienza di sé che sia in grado di elaborare un sistema – senziente! – di idee e di comportamenti. Ci stiamo dunque evolvendo verso una società tecnocratica che parificherà le differenze tra uomo e macchina? Finiremo cioè per umanizzare le macchine, mentre noi stessi diventeremo più macchinici? D’ora in poi tutto si giocherà sui tempi di reazione alle domande…