ObjectKit
2006, stampa inkjet su vinile, 330x800 cm
La tecnologia digitale ha fin da subito cominciato a porre e a porsi – per la sua stessa natura allogena rispetto alla realtà spaziale – continui problemi di tassonomia e di ergonomia. Questo enorme sforzo di cosciente sintesi culturale e linguistica è ravvisabile in tutti gli elementi complessi, articolati e concettualmente nuovi che compongono le interfacce grafiche dei software, dei videogames, il packaging, l'hardware e tutta la realtà "impaginata" (ovvero progettata digitalmente attraverso le tecnologie informatiche, ovvero culturalmente mediatissima) che ormai da tempo ci circonda.
Elementi, questi, di un linguaggio assai complesso e globale, in grado di generare e rendere fruibili "prodotti" digitali che sottendono e sottintendono l'esistenza di una nuova psicologia percettiva e di una nuova antropologia. E che, quindi, sottendono e sottintendono l'uomo – con le sue logiche percettive – come il centro di questo orizzonte, il protagonista e il fine di questo sforzo. Votato ad un dichiarato neoumanesimo digitale, appunto.
Abbiamo quindi lavorato alla definizione di una serie di "kits" costituiti da "oggetti" digitali. Gli elementi sono stati riassemblati e rimontati in una condizione di totale "apertura" rispetto ad ogni possibile direzione di senso per rivelare nitidamente l'evidenza della loro emblematicità visiva e culturale.
L’opera è stata progettata per la mostra personale “Object Oriented” alla galleria Sergio Tossi di Firenze.